Alta Langa docg

il nettare delle Terre Alte

Storia del DOCG delle terre alte
Sarà la contiguità geografica con la Francia, patria per antonomasia della spumantizzazione, o sarà per la spiccata vocazione vinicola del terroir piemontese, fatto sta che la regione sabauda eccelle da oltre un secolo nella produzione di bollicine di alta fascia. E così tocca proprio a un piemontese doc, di ritorno da Reims dove aveva appreso la tecnica del metodo champenoise, avviare i primi esperimenti di spumantizzazione nella propria terra. Il tenace pioniere è Carlo Gancia, che a metà del XIX secolo tenta di riprodurre lo Champagne adattando il metodo champenoise a uve autoctone che avessero caratteristiche simili a quelle d’Oltralpe. La sperimentazione cade prima su uve dell’indigeno Moscato poi sui vitigni alloctoni Pinot e Chardonnay, vitigni che Gancia diffonde ampiamente fra i viticoltori della zona per ricavarne spumanti secchi sul modello francese. A inizio Novecento la produzione spumantiera piemontese vara il Progetto Spumante Metodo Classico in Piemonteda cui nasce la denominazione Alta Langa – in risposta al protocollo d’intesa firmato dagli organi istituzionali di Oltrepò Pavese, Franciacorta, Trentino e Alto Adige, che limitava l’area italiana di produzione di spumanti metodo classico alla loro zona, escludendo il Piemonte. Così, nel 1993 inizia la produzione di spumante metodo classico, e nel 2001 si costituisce il Consorzio di Tutela Alta Langa metodo classico, il cui impegno sfocia, l’anno successivo, nel riconoscimento della doc Alta Langa. La conquista della docg, traguardo raggiunto nel 2011, sancisce l’eccellenza di uno spumante artigianale di grande prestigio, commercializzato solo come spumante millesimato – ossia prodotto esclusivamente con uve della stessa annata – in circa 350mila bottiglie l’anno.
E all’interno di ciascuna di esse si ritrovano la passione, la pazienza e il pedigree di una grande tradizione italiana.