2013
Il progetto inizia con una sperimentazione sul recupero di un “ciabot”, detto il “Ninin” , gettando le basi per realizzare i corsi formativi nel rispetto dell’esistente e delle tecnologie tradizionali.
Attraverso questo primo cantiere di recupero si avvia la collaborazione tra l’associazione e gli artigiani locali, Giovanni Bertola e Fernando Gallo.
Gli architetti Nadia Battaglio e Lorenzo Serra, oltre a essere i progettisti dell’intervento, sono i primi “studenti” a verificare le grandi capacità di insegnamento e la passione dei due artigiani e con loro recuperano la copertura in petra e i solai in legno del casotto.
2015
Si realizza la prima tesi di laurea in collaborazione con il prof. Andrea Bocco del Politecnico di Torino. Martino Pezzola, Andrea Ottaviani e Manuel Piscioneri censiscono e schedano 109 “ciabot” lungo un anello sentieristico di 90 km che collega i comuni dell’ALta Langa.
La tesi “Guida al recupero dei ciabòt in Alta Langa” è anche un manuale critico sull’approccio progettuale da considerare quando si interviene su questi edifici e sull’edificato tradizionale in generale.
PRIMA EDIZIONE DI BANCA DEL FARE
Grazie al supporto della Compagnia di San Paolo, fondazione CRT e CRC e del Comune di Castelletto Uzzone, vengono organizzati i primi 7 cantieri formativi a cui aderiscono una cinquantina di studenti italiani e stranieri. Il Politecnico di Torino riconosce 4 crediti formativi ai partecipanti.
Da giugno a fine settembre la cascina riprende vita e su progetto degli architetti Nadia Battaglio e Lorenzo Serra, vengono effettuati vari interventi di recupero e rifunzionalizzazione delle parti ancora da recuperare: l’antica abitazione, il pollaio e il magazzino.
La cascina era già stata in parte ristrutturata per essere un eco-museo, ma che mai arrivò ad essere funzionante: si sfruttano così gli spazi già recuperati per ospitare staff e studenti trasformandola in un vero e proprio campus.
L’intervento più importante è stato la realizzazione di un ampliamento con struttura e rivestimento in legno di castagno locale per ospitare i servizi igienici mancanti nel fabbricato un tempo destinato ad abitazione.
Durante i cantieri sono stati invitati ad intervenire vari professori e docenti esterni tra cui: prof. Andrea Bocco, prof. ssa Anna Marson (IUAV), prof. Alberto Magnaghi (UNIFI), arch. Donatella Murtas, prof. Carlo Luigi Ostorero (POLITO), Mastro GIlberto Quarneti della Calchera San Giorgio, l’artigiano Danilo Dianti, il falegname Armando Calosso.
SECONDA EDIZIONE DI BANCA DEL FARE
Da giugno a settembre riprendono i lavori attraverso nuovi 7 corsi/cantiere a cui si aggiungono 2 corsi sul restauro dei mobili antichi condotti dal falegname Andrea Zanini.
La sfida è la ristrutturazione di un fabbricato e la sua parziale trasformazione in residenza. Viene rifatta la copertura, isolando dove necessario e ricollocando il manto in “ciape”, la lastre di pietra tradizionali.
All’interno vengono realizzati intonaci e finiture in malte di calce preparate in loco, secondo le regole dell’arte. Si dedica una settimana alla realizzazione dei nuovi serramenti in legno massello.
Anche in questa edizione vi è una importante presenza di studenti universitari, il politecnico di Torino, che, insieme ad amatori e stranieri partecipano numerosi ai corsi superando le 50 presenze.
Viene rifatta la copertura dello “scau”, il seccatoio delle castagne, secondo la tecnologia tradizionale, recuperando la travatura esistente e le “ciape” non ammalorate.